Addio ciuccio, mio adorato!


Freud indica come fase orale quel periodo dagli 0 ai 18 mesi di vita del bambino dove il piccolo pensa che tutto il mondo appartenga a lui o alla sua bocca. Il bambino, infatti, tende a portare ogni cosa alla bocca, dal seno della madre agli oggetti che lo circondano, ed attraverso questa inizia a relazionarsi col mondo. L’attività di nutrizione fornisce i significati elettivi con cui si esprime e si organizza la relazione oggettuale, essendo la bocca il principale organo di esplorazione.

ciuccio

Anche la suzione del pollice è un gesto istintuale, naturale che si vede anche in alcune ecografie prenatali e rappresenta un piacere per il neonato.

Tutti i neonati hanno un innato bisogno di suzione, questo varia per durata e intensità da bambino a bambino; ma è un’attività specifica che si ama di per sé.

Il ciuccio quindi rappresenta un oggetto dotato di forte valenza psicologica e consente al bambino di sostituire, in parte, il piacere di succhiare dal seno materno o dal biberon. Ma il ciuccio ha anche un potere rassicurante permettendo al bambino di rilassarsi, di coccolarsi nei momenti piacevoli e/o di consolarsi nei momenti di frustrazione e di tensione. Il bisogno di succhiare diminuisce spontaneamente con l’età, in generale non prima dei 2/3 anni.

Tutto ha un tempo specifico, ogni bambino ha il proprio tempo, anche per togliere il ciuccio.
Il ciuccio, come il dito in bocca, non va tolto in maniera brusca e punitiva altrimenti il bambino svilupperà maggiori livelli di ansia, senso di inadeguatezza e forte fragilità. Come sottolineo sempre, i cambiamenti devono avvenire in modo naturale senza una brutale forzatura, in un clima sereno (vacanze estive, Natale) ma soprattutto quando riteniamo che il nostro bambino sia pronto.
Separarsi dal ciuccio, per il bambino significa crescere e abbandonare il suo “essere neonato” per divenire autonomo. A tal fine può essere utile lavorare sulle autonomie del bambino permettendogli di fare delle cose da solo (vestirsi, lavarsi, mangiare), in modo da acquisire maggiore sicurezza e fiducia in sé e di conseguenza sarà maggiormente capace di rassicurarsi da solo. Incentivare anche attività manuali (dipingere, modellare plastilina) che danno al bambino un senso di competenza e di abilità. La terapia migliore è basata sul rafforzamento del suo autostima in modo tale che il bambino si renda conto che non avrà più bisogno del ciuccio, o del dito. In generale, sarebbe consigliabile procedere gradualmente magari riducendo il suo utilizzo a specifici momenti come ad esempio quello dell’addormentamento. Inoltre, ricordate sempre di dire la verità ai vostri bambini, spiegategli che cosa succederà e loro saranno preparati al cambiamento. Rendeteli attivi in questo passaggio salutando insieme il ciuccio, rendendolo protagonista volontario di questa scelta: c’è chi lo regala a un bambino più piccolo (che conosce ovviamente), chi lo regala alla fatina, ai pesciolini o agli angioletti.
E’ importante che i genitori diano un sostegno positivo alla loro voglia di crescere. Usate parole di comprensione, riconoscendo che non sarà semplice ma rassicurateli e dategli fiducia valorizzando la loro crescita. Inoltre, è consigliabile evitare frasi colpevolizzanti e di paragone con fratelli o altri bambini.

Infine, come tutte le questioni che riguardano la vita del bambino, per essere efficace, il genitore deve avere la forza di sostenere la propria decisone trasmettendo sicurezza e fiducia al proprio figlio.
Dire addio al ciuccio non è una perdita ma rappresenta un’altra importante conquista verso la propria autonomia.

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